Abbazia di San Filippo

La chiesa Abbazia di San Filippo (fino a pochi decenni fa chiesa di Santa Maria Latina) faceva parte dell’antico monastero che San Filippo, monaco basiliano di origine siriana, fondò ad Agira tra il VII e VIII secolo e che da lui poi prese il nome. Il monastero ebbe un’enorme importanza nella storia del monachesimo basiliano, tanto che fino al X secolo vi si formarono molti dei più importanti santi monaci della Sicilia e di tutta l’Italia meridionale.
Nel 1126 fu unito all’Abbazia di Santa Maria Latina di Gerusalemme.
Durante la terza crociata, tra il 1187 e il 1192, Saladino costrinse i monaci ad abbandonare Gerusalemme ed essi in maggioranza si rifugiarono nel monastero di Agira, che divenne così la sede dell’abate. Probabilmente da allora l’abbazia prese il nome di Santa Maria Latina.
La sua decadenza iniziò nel 1474 quando l’amministrazione venne affidata ad abati commendatari che non vi misero quasi mai piede e si interessarono unicamente alle ricche rendite connesse al titolo, cosicché nel 1635 gli ultimi monaci lo abbandonarono definitivamente e si trasferirono nel monastero di San Nicolò a Catania.
Il rifacimento dell’interno della chiesa nelle forme attuali si deve in gran parte all’opera dell’abate Giuseppe Maria Gravina (1736-1812).
La facciata fu realizzata tra il 1916 e il 1928, su progetto dell’ingegnere Giuseppe Greco, in sostituzione di quella settecentesca crollata nel 1911. Molto lineare, essa è decorata con una serie di nicchie. Quella grande al centro accoglie il gruppo di San Filippo che sconfigge il demonio e sovrasta altre sei nicchie più piccole dove trovano posto le statue dei protettori delle altre sei parrocchie di Agira. Le sculture sono opera di Antonio Morina. Sopra la porta principale, il medaglione raffigura Santa Maria Latina, mentre sopra le porte laterali sono raffigurati San Filippo Diacono e Sant’Eusebio.
L’interno è diviso in tre navate da una serie di colonne rivestite di marmo rosso. La volta presenta un’elegante decorazione rococò eseguita nel 1783 dai fratelli Pietro e Paolo D’Urso di Leonforte.
Nel presbiterio, un bellissimo coro in noce, realizzato tra il 1818 e il 1822 da Nicola Bagnasco, racconta in venticinque quadri artisticamente intagliati altrettanti episodi della vita di San Filippo.
Sopra l’altare è posto il drammatico crocifisso ligneo realizzato nel secolo XVII da Fra Umile Pintorno da Petralia (1580-1693), proveniente dalla chiesa sconsacrata di Santa Maria di Gesù.
Lungo le pareti si possono ammirare diversi quadri, alcuni di elevato valore artistico, così distribuiti partendo dal fondo della navata di destra e procedendo in senso antiorario:
• San Filippo porge il vangelo a San Filippo Diacono (1806) di Matteo Desiderato detto il Romano;
• Sacra Famiglia di Olivio Sozzi (Catania 1696-1765);
• Madonna in trono tra i Santi Basilio e Benedetto di Giuseppe Valasquez (Palermo 1750-1826);
• Madonna di Monserrato di Giuseppe Valasquez;
• Pietà di Olivio Sozzi;
• Sant’Agata morente (1670) di Matteo Riccio;
• Madonna del Rosario coi Santi Domenico, Caterina e Gaetano da Tiene di Filippo Randazzo (1692-1748);
• tre pannelli, forse superstiti di un polittico, raffiguranti una Madonna in Maestà, San Benedetto e San Calogero (ai piedi della Vergine l’abate Jacopo Paternò, committente dell’opera) di Giovanni di Pietro (XV secolo);
• (cappella del Santissimo Sacramento) San Filippo tra i Santi Eusebio e Luca Casali, anonimo;
• (cappella della Madonna del Rosario) Natività ed Epifania del Signore, anonimi siciliani di scuola fiamminga del XV e XVI secolo.Nella chiesa è conservata un’arca d’argento di pregevole fattura con le relique del santo, opera dell’artigianato siciliano dei primi anni del secolo XVII.
Dalla navata sinistra una scala conduce alla cella inferiore, comunemente chiamata Cateva, che la tradizione popolare indica come il sepolcro del santo. Una bella scultura in marmo del XVI secolo, attribuita a Francesco Méndola, rappresenta San Filippo giacente. Al di sopra di essa è la nicchia sepolcrale, con un rilievo tradizionale attribuito all’officina dei Gagini. In questo luogo nel 1599 furono ritrovati i resti attribuiti a San Filippo, a San Filippo Diacono, a Sant’Eusebio e San Luca Casali.
Nella sacrestia è possibile ammirare un grande armadio finemente intagliato in noce, opera di artigiani locali (1735).
Nell’archivio sono conservate 429 pergamene che formano il cosiddetto Tabulario di Santa Maria Latina di Gerusalemme ad Agira, tutte di grande valore artistico, ancora in massima parte inedite.(Ins. Salvatore Rocca)

Lascia un commento